Nel mio blog c’è già questa ricetta, in quella che Vi propongo oggi ho aggiunto due grosse arance di Ribera e due limoni, il motivo di quest’aggiunta è stato per fare addensare bene la marmellata.
Infatti è risaputo che frutta come: le mele, soprattutto le cotogne, pere, prugne, agrumi ed uva spina sono ricche della fibra alimentare ” pectina “. Quindi addensanti naturali.
Ingredienti
Strumenti
Passaggi
Preparazione della marmellata di arance amare Cartasi
Lavare ed asciugare bene tutti gli agrumi, soprattutto quelli non trattati, ai quali si gratterà la buccia che in parte si aggiungerà in cottura. ( Conservate la rimanente buccia grattata in barattolini di vetro in freezer , è insostituibile quando preparate la frolla o l’impasto di una torta! 😉 )
Togliere la buccia e la parte bianca.
Tagliarli a fettine piccole e cuocerli in una pentola a fiamma dolce per circa 15 minuti.
Passare nel passaverdure ed aggiungere lo zucchero e la scorza grattata di arancia.
Rimettere sul fuoco a fiamma moderata.
Togliere la schiuma che si forma in superficie e quando incomincia ad addensarsi spegnere e versare nei barattoli precedentemente sterilizzati.
La sterilizzazione si fa mettendoli in una pentola per circa trenta minuti ( vanno avvolti in un panno per evitare che sbattano l’un l’altro ed i coperchi vanno messi negli ultimi dieci minuti ) . Per essere certi che siano asciutti, potete metterli per quindici minuti nel forno a 150°, aperti ed anche i coperchi.
Chiudere con i coperchi e capovolgere per creare il sottovuoto, almeno 20 minuti.
Io preferisco procedere ad una seconda sterilizzazione rimettendo i barattoli, questa volta pieni, di nuovo nelle pentola, sempre avvolti in un panno per evitare che sbattano l’un l’altro. Sempre per trenta minuti.
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La conservazione dipende dalla quantità di zucchero che si mette. Se è la stessa del peso della frutta un anno. Se è metà sei mesi e così via.
Vi consiglio di mettere i barattoli in un armadio al buio e lontano da fonti di calore.
Una volta aperta conservare in frigo e consumare non oltre tre settimane dall’apertura.
Dosi variate per porzioni
